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Un incontro in sede AMKA con Caterina Amicucci della "Campagna per la riforma della Banca Mondiale"

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Lunedì scorso, 1 marzo, presso la sede AMKA è intervenuta Caterina Amicucci, per raccontarci in breve come funziona la Banca mondiale e la Banca europea degli investimenti, quali sono le problematiche insite nei finanziamenti dei progetti nei paesi in via di sviluppo e del loro impatto ambientale. L’associazione di cui fa parte Caterina Amicucci (CRBM, Campagna per la Riforma della Banca Mondiale) è specializzata sul controllo dei finanziamenti della Banca europea degli Investimenti (BEI), che utilizza denaro pubblico dell’Unione. In questo senso è più che legittimata l’azione di tutte le ONG che intervengo in questa direzione. La BEI è diventata il maggiore erogatore di prestiti pubblici nel mondo, il volume dei prestiti si aggira sui 45 miliardi di euro e finanzia opere infrastrutturali soprattutto in Europa ma la sua attività extra europea è via via crescente. Nonostante sia sottoposta alla legislazione europea e ai suoi trattati è dotata di una forte autonomia che la rende poco controllabile. Il suo ruolo dovrebbe essere quello di sostenere gli obiettivi di salvaguardia ambientale propri dell’Unione, invece si cura prevalentemente degli interessi dei suoi clienti, arrivando ad approvare progetti chiaramente non eco sostenibili quali i finanziamenti a centrali a carbone, oleodotti… La Valutazione d’Impatto Ambientale, che dovrebbe essere uno degli elementi fondamentali per l’avvio di interventi che hanno un impatto sull’ecosistema, non è un elemento vincolante sicché è possibile procedere con la conclusione dell’iter di approvazione senza che questa abbia dato esito positivo. I progetti finanziati in paesi extraeuropei hanno un rischio di generare seri danni socio ambientali molto più alto di quelli europei, questo perché solamente i prestiti avviati all’interno dell’UE sono sottoposti alla legislazione ambientale europea. Campagna per la Riforma della Banca Mondiale rafforza il suo intervento di controllo sulla BEI grazie ad una coalizione di organizzazioni non governative ambientaliste e di sviluppo, Counter Balance: in concreto cerca di ostacolare il finanziamento di progetti dagli esiti ambientali e sociali devastanti. La BEI dovrebbe dotarsi di procedure completamente trasparenti e dotarsi di meccanismi idonei per la corretta valutazione preliminare degli interventi. L’altra grande istituzione di prestiti internazionali è la Banca Mondiale. Nasce insieme al Fondo Monetario Internazionale nel 1944 con gli accordi di Bretton Woods, con l’obiettivo di fissare il nuovo ordine mondiale. La Banca mondiale è la istituto di credito multilaterale di sviluppo più grande con un budget di 30 miliardi di dollari l’anno: vi partecipano 184 Paesi tramite propri ministri delle economiefinanze che formano il Consiglio dei Governatori, invece il Consiglio dei 25 Direttori Esecutivi ha il compito di approvare i prestiti. L’aspetto controverso è quello riguardante la distribuzione dei seggi che rispecchia ancora gli equilibri generatisi dopo la seconda guerra mondiale, ovvero con una sotto-rappresentazione degli Stati più poveri. I cinque Paesi donatori più altri tre sono rappresentati da un Direttore Esecutivo permanente mentre gli altri sono rappresentati attraverso dei gruppi, capeggiati spesso da un governo industrializzato, ognuno dei quali ha diritto a un seggio. Anche il sistema di votazione fa si che siano avvantaggiati gli Stati industrializzati o comunque quelli più grandi. Ogni finanziamento è destinato a creare un ritorno economico per gli investitori (si calcola che per ogni dollaro investito ne ritornino otto), ed è proprio in questo modo che si genera la maggior parte del debito dei paesi in via di sviluppo. Gli organismi di prestito internazionale concedono aiuti economici in cambio di riforme liberiste (come la privatizzazione dei servizi pubblici di base), che possono peggiorare la situazione sociale dei paesi già gravemente compromessi. Si parla di debito illegittimo allorché i debiti siano stati contratti durante un periodo di dittatura e ciò non avviene di rado. Periodicamente i debiti vengono ridotti, per poi riformarsi in seguito all’acquisto di armamenti, spese sconsiderate…Uno dei progetti che possono essere portati avanti è la creazione di dighe idroelettriche: l’impatto di una diga può essere, senza le dovute precauzioni, devastante per l’ecosistema che gira intorno a un fiume ma anche per le popolazioni. La Campagna per la Riforma della Banca Mondiale evidenzia il fatto che la BM, nel concedere prestiti per finanziare queste opere, non segue lo studio che essa stessa ha commissionato per valutare l’opportunità o meno della costruzione di dighe!
Carlo Guglielmo Vitale

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