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Il turismo in Guatemala è partecipazione…

Donatella ci racconta la natura dirompente e i paesaggi del Guatemala ma non solo la voglia di far diventare le proprie ricchezza la forza di un progetto di sviluppo con AMKA

Siamo in pick up io, Rony e Francesca per un’avventura entusiasmante alla scoperta delle meraviglie del Petén. Lungo tutto il viaggio Rony, ex-guerrigliero della comunità di Nuevo Horizonte, ci racconta la storia di quei luoghi, oggi caratterizzati da una ricca vegetazione tropicale  ma un tempo campi di battaglia a causa della sanguinosa guerra civile che durò 36 anni, conclusa con la firma dei trattati di pace del 1996.
Arriviamo alla cooperativa  “Tecnica agropecuaria”, una comunità di circa 473 abitanti, al confine con il Messico e immersa nella riserva naturale della famosa Selva Lacandona.
Noi siamo lì per approfondire l’appoggio di AMKA ai progetti che puntano ad aumentare la stabilità della comunità.
L’accoglienza è favolosa, il luogo meraviglioso. Dopo una giornata di scambi di idee con la giunta  ed una visita ai principali luoghi della comunità ci diamo appuntamento per il giorno successivo per  la conoscenza delle bellezze finitime. Prima di andare a cena, ci fermiamo sulla riva del Rio Usumacinta, il signore dei fiumi che separa il Guatemala dal Messico, per ammirare il tramonto ma non solo. Su entrambe le sponde sono nate delle comunità, ormai convertite all’agricoltura, ed il Rio, da confine che separa e unisce, è caratterizzato da un ricco scambio di persone e di ogni tipo di mercanzia.
Il giorno successivo siamo tutti pronti per un’escursione al sito archeologico di Yaxchilán (Pietre Verdi in lingua maya) in terra messicana nello stato del Chiapas.  Dopo quaranta minuti di lancia, tra una sponda del Messico e una del Guatemala, accompagnati da scimmie urlatrici, coccodrilli e uccelli, arriviamo al sito riconosciuto come patrimonio culturale, saliamo delle scale in legno e dopo pochi minuti ci troviamo immersi nella storia di uno dei periodi più importanti e fiorenti della storia Maya.
Inizia la visita tra il verde lussureggiante della Selva Lacandona e le bellezze delle rovine Maya, alcune tutte da scoprire perché ancora coperte dalla vegetazione. Dopo un’attenta visita, prima di tornare alla cooperativa, ci fermiamo con la lancia a un “arroyo” (un ruscello che confluisce nell’Usumacinta) dove abbiamo l’opportunità di fare un bagno rinfrescante.
All’interno del parco nazionale Lacandona, a pochi chilometri da Yaxchilán, c’è anche la “Gran entrada”,  meglio conosciuta come “Piedras Negras”, che fu la più importante città del periodo classico. La cooperativa Tecnica agropecuaria organizza escursioni anche in quel sito, purtroppo noi dobbiamo accontentarci solo dei loro racconti perché ci fermiamo in cooperativa solo due giorni, mentre per visitare  “le pietre nere” sono necessari tre giorni. Un peccato, ma anche una scusa per tornare al più presto in quei luoghi magici, in cui si respira la bellezza del confine ed in cui hai la possibilità di comprendere come la cultura indio-latina sia fatta di una realtà ricca di storie da raccontare e caratterizzata da un tempo differente, molto più lento, e che concede relazioni a cui, quasi quasi, non siamo più abituati perché rapiti dalla fretta di fare tutto e subito.

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