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THINK. EAT. SAVE.

“Pensa prima di mangiare e contribuisci a salvare la natura” è  lo slogan della campagna 2013 della Giornata Mondiale dell’Ambiente (World Environment Day) che si celebra ogni 5 giugno.
L’iniziativa è stata istituita dall’ONU nel 1972 per ricordare la Conferenza di Stoccolma, la prima riflessione globale sullo stretto legame tra sviluppo e ambiente.
Il tema di quest’anno è la lotta allo spreco di cibo
Le iniziative in atto nei differenti paesi del mondo sono finalizzate a sensibilizzare una parte dell’opinione pubblica sull’importanza di modelli di consumo più sostenibili ed equi.
La FAO stima che ogni anno nel mondo vengano sprecati 1,3 miliardi di tonnellate di alimenti, cioè un terzo di tutto il cibo prodotto e contemporaneamente nel resto del mondo 1 persona su 7 soffre la fame e di queste 20.000 bambini sotto i 5 anni muoiono per cause legate alla malnutrizione.
La correlazione tra alimentazione e natura ci fa pensare al romanzo “Un vecchio che leggeva novelle d’amore” del cileno Luis Sepúlveda che racconta, con il suo stile inconfondibile, l’incontro-scontro tra l’uomo e la foresta ecuadoriana.
Un libro che racconta di uomini “bianchi” che non conoscono e non rispettano le culture delle popolazioni autoctone, gli animali e la natura. E di una foresta con le sue peculiarità, i suoi tempi e le sue contraddizioni che l’uomo deve imparare a rispettare, per evitare di distruggere se stesso.
Il romanzo di Sepúlveda è soprattutto un invito all’incontro, una poesia dedicata ad un luogo in cui la natura si mostrava ancora in tutto il suo splendore: la foresta amazzonica, la più grande foresta tropicale del mondo, l’ultimo grande polmone della terra che si trova costantemente minacciato dall’antropizzazione. Infatti, se fino ai primi anni ’70 il 99 % della foresta amazzonica era ancora intatta, oggi lo sfruttamento forestale non è più controllabile ed ha portato a danni irreversibili.
La vita dell’uomo è però strettamente legata alla salute dell’ambiente. Basterebbe conoscere la storia dell’Isola di Pasqua per prevedere le possibili conseguenze del non rispetto della natura. E’ l’ambiente che ha offerto per secoli cibo, medicine e protezione alle popolazioni autoctone. Se non è rispettata, l’uomo è destinato a soccombere con essa.
Se si viaggia per l’America Latina, non si può non comprendere che la natura è un tutt’uno con i popoli che vi abitano. La Pachamama, la Madre Terra in lingua quechua, è la generosa Dea della fertilità e dell’agricoltura, che dà la vita ma che mostra anche il suo lato vendicativo, ad esempio con eruzioni o terremoti, come per ricordare ai suoi amati figli che devono vivere in un rapporto dialogico, guidati da una logica del dono.
Dopo decenni di fallimentari discussioni internazionali, la giornata di oggi ci ricorda che ognuno di noi può contribuire a cambiare il mondo, anche con piccoli gesti. Iniziando a pensare anche davanti ad un piatto di cibo per non essere costretti, come il protagonista del libro di Sepulveda, a rifugiarsi  nelle novelle d’amore per sfuggire alle barbarie dell’uomo.

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