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"Siéntate como en tu casa, porque aquì eres de la familia”

Siéntate como en tu casa, porque aquì eres de la familia”, così mi ha accolto la Lucero.
E davvero non c’era neanche bisogno di dirlo, perché appena sono scesa dal pullman e ho attraversato il cancello ho pensato “eccomi tornata”.

guatemala

Sono passate 5 estati dalla mia prima e unica volta in questa comunità, dove ero venuta come volontaria il primissimo anno che Amka cominciò a sostenere progetti in Guatemala. Alcuni, pochissimi a dir a verità, si ricordavano di me, altri facevano chiaramente finta ma paradossalmente questo mi ha fatto ancora più piacere. Qui a Nuevo Horizonte hanno il dono di farti sentire a tuo agio, come se facessi parte del loro mondo da sempre. Non ti accolgono come un ospite da onorare, ma come un familiare tornato da un viaggio. Ti preparano un piatto da mangiare, ma solo se lo vuoi, e ti fanno sedere su una seggiola mentre loro ti chiacchierano dondolandosi sull’amaca. Ti prendono un po’ in giro e si fanno prendere in giro con piacere.
Questa volta torno come responsabile Amka, e il mio obiettivo questi giorni prima dell’arrivo dei volontari è di ri-acquisire conoscenza e familiarità con la comunità, le persone e i progetti, e preparare il terreno per l’arrivo dei volontari, che approderanno carichi di progetti e idee la prossima settimana.
Rony, il responsabile locale di Amka in Guatemala, mi sta facendo una formazione intensiva sui progetti in atto, le novità e i cambiamenti degli ultimi anni.
Uno dei cambiamenti più evidenti che ho osservato dall’ultimo mio soggiorno è che oggi la maggior parte delle case hanno una porta di ingresso. Prima invece erano tutte aperte, e non esistevano porte. Se questo implica che le famiglie hanno un tenore di vita leggermente più alto, Rony mi ha fatto notare che non è necessariamnte sinonimo di aumento del benessere della comunità, anzi.
Altri cambiamenti invece sembrano andare in un verso decisamente positivo, soprattutto per quanto riguarda i progetti comunitari. In particolare sono molto orgogliosi del progetto di riforestazione che nonostante sia uno dei pochi progetti comunitari che non produce risultati strettamente economici ha un valore ecologico molto importante perché promuove la biodiversità in un luogo dove spesso è minacciata.
Quando eravamo nella immense piantagioni di Horizonte, un contadino mi ha raccontato di come suo padre sempre gli diceva che bisogna parlare con le piante e la natura. A volte il padre metteva la radio con la musica sulla terra in mezzo al campo così che gli alberi e le piantagioni potessero gioirne. Probabilmente era uno scocciato, però io ho trovato l’idea carinissima!
Chi già è stato a Nuevo Horizonte sa come si sta bene qui, perché oltre l’aria calda della giungla si respira la voglia di fare, di organizzarsi, di investire in un futuro giusto, equilibrato, solidale.
Se la giungla mi incanta di giorno, le prime notti mi ha tenuta vigile in compagnia di ranocchie che saltano per la camera e rumori della natura che –se posso abbandonare per un attimo lo spirito romantico– somigliano a quelli di una megalopoli. Così ho riscoperto che i versi di alcuni uccelli notturni somigliano ai nostri allarmi antifurto, a trapani impazziti, al lamento dello scaldabagni, al brusio della lavapiatti…
Ogni giorno una delle bimbe con cui vivo, Karen, dopo un’attenta selezione del suo patrimonio di stickers, me ne attacca uno sulla mia agendina. Il primo giorno, ha scelto uno sticker rappresentante la Madonna, che ho interpretato come benedizione iniziale. Il secondo era un piccolo superman, e anche questa scelta l’ho interpretata come un incoraggiamento. Lo sticker che mi ha attaccato oggi è un polipo rosa, con l’occhio curioso e attento. Secondo me ora siamo amiche.

Eugenia Pietrogrande

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