In questi giorni porto dentro, da giovane donna quale sono, una rabbia bruciante, che non…
Più istruzione = meno povertà
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A partire dal 1948, anno in cui l’istruzione viene proclamata dalle Nazioni Unite come uno dei diritti fondamentali dell’uomo, molti altri tentativi sono stati fatti in questa direzione, almeno dal punto di vista di presa di coscienza. Nonostante questo l’accesso all’istruzione non è una prerogativa di tutti: circa 115 milioni di bambini non frequentano una scuola elementare. Tra questi, l’80% vive nell’Africa subsahariana o nell’Asia meridionale, e molto probabilmente in maggioranza sono di sesso femminile; questa condizione accomuna la maggior parte dei paesi in via di sviluppo.
Povertà e marginalizzazione rappresentano le principali cause di esclusione. I bambini più esposti al rischio di dispersione o abbandono scolastico sono quelli che provengono da famiglie molto povere costrette a lavorare la terra per sopravvivere, soprattutto in comunità rurali o remote e nelle zone più degradate. In molti Paesi in via di sviluppo il prezzo che le famiglie devono sostenere per mandare i figli a scuola è troppo alto e ciò rappresenta un grande ostacolo. Allo stesso tempo però solo attraverso l’istruzione un bambino ha l’opportunità di costruirsi un futuro migliore. È evidente infatti come un livello minimo di istruzione può limitare le possibilità di un contadino di uscire dalla povertà. Se non sai leggere e scrivere e fare due conti, come riesci a capire le istruzioni per usare un prodotto agricolo o una medicina? Come puoi preparare una richiesta alla banca per un piccolo prestito? Come fai a iniziare una tua attività?
Consapevoli che la principale via di uscita da questo circolo vizioso è costituito soprattutto dall’accesso all’istruzione, le Nazioni Unite ne Hanno fatto una delle priorità per lo sviluppo internazionale con il secondo degli otto Obiettivi di sviluppo del Millennio (Millennium Development Goals, MDG), al cui conseguimento si sono impegnati in via congiunta Paesi ricchi e Paesi poveri.
In questa occasione viene ribadita l’importanza dello strumento istruzione quale mezzo per raggiungere anche gli altri obiettivi. Migliore istruzione significa infatti anche ridurre la povertà (Millennium Developpment Goals 1): l’acquisizione di competenze e lo sviluppo di capacità favorite dai percorsi formativi hanno un effetto a cascata in termini di produttività, di salario e, per questa via, di crescita economica e riduzione delle disuguaglianze. Si crea perciò una spirale positiva che va a coinvolgere altri campi e settori che a loro volta sinergicamente concorrono alla riduzione delle povertà.
La sfida ulteriore che si presenta oggi alle istituzioni internazionali come a tutti i paesi è la capacità e la possibilità di servirsi dello strumento informatico e della rete internet. L’innalzamento dei livelli di istruzione è perciò funzionale anche per utilizzare appieno le nuove tecnologie informatiche, per accedere al commercio elettronico e per utilizzare le enormi potenzialità offerte da internet. Specialmente in un clima di crisi in cui è ancora più importante poter contare su questo strumento per evitare che l’impoverimento prodotto dalla crisi si trasformi in povertà permanente, laddove i ceti deboli sono quelli più colpiti. Sapere che i bambini e i ragazzi possono studiare e investire in formazione è una speranza di uscire dalla condizione di povertà permanente.
“I poveri del mondo non sono poveri perché i ricchi li sfruttano, sono poveri invece perché non hanno abbastanza istruzione per produrre ricchezza.” È questo un obiettivo fondamentale per consentire ai Paesi in via di sviluppo di costruire una crescita solida e duratura non solo sul piano economico, ma anche sul piano sociale, culturale, civile.
Facciamo in modo che l’istruzione costituisca la loro ricchezza.
A cura dei ragazzi del laboratorio di formazione 2008-2009
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