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Per ogni bambino

Abbiamo incontrato Yasmin Abo Loha, Segretario Generale di ECPAT Italia, un’associazione con cui collaboriamo, impegnata in prima linea per tutelare i minorenni da ogni forma di sfruttamento sessuale. Il programma di sostegno a distanza di ECPAT converge sul progetto di educazione primaria che AMKA porta avanti nella Repubblica Democratica del Congo, perché la scuola è luogo di protezione, di tutela, di monitoraggio.

Con Yasmin abbiamo parlato di tanti temi, questa è la sua intervista.

QUANDO è NATA ECPAT E QUALE E’ IL SUO IMPEGNO RISPETTO AI TEMI DELL’INFANZIA?

Ecpat è nata nel 1990 a Bankok ed è figlia della Convezione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza del 1989. A seguito della stesura e ratifica della convenzione, un gruppo di operatori del Sud-Est asiatico si rese conto che l’art.34 li riguardava direttamente perché in questo articolo gli stati venivano invitati ad adottare delle misure specifiche contro i fenomeni di violenza e sfruttamento sessuale delle persone di minore età. Nel maggio del 1990 per offrire una risposta concreta a quello che era ormai un fenomeno sdoganato nei Paesi del sud-est asiatico, ovvero lo sfruttamento sessuale dei minorenni ad opera di turisti, venne fondata ECPAT, un movimento internazionale nato per dire no alla prostituzione minorile e in generale allo sfruttamento sessuale dei bambini, chiedendo ai singoli stati che stavano per ratificare la convezione di fare delle leggi serie e concrete contro questi fenomeni. In Italia questo appello è arrivato nel 1994 e fu accolto da un gruppo di volontari che, partendo dal codice penale italiano, si resero conto che esso non contemplava neanche il reato di violenza sessuale, reato che sarà introdotto nel 1996, con un’attenzione particolare alle vittime minorenni. Nello stesso anno si è tenuto il primo congresso internazionale contro lo sfruttamento sessuale che ha visto la partecipazione di 126 stati. Erano i primi anni dell’esplosione del web, nascevano nuove forme di sfruttamento sessuale attraverso la diffusione in rete di materiale pedo-pornografico. L’attenzione non era più solo sul turismo sessuale, ma sul fenomeno in generale, che si configurava sempre più vasto e complesso. Nel 1998 Ecapt si costituisce come associazione anche in Italia e da più di 20 anni il suo impegno è fare lobbing per proteggere l’infanzia da ogni forma di sfruttamento, promuovendo contestualmente la ricerca e la prevenzione di questi fenomeni.

IL TERMINE SFRUTTAMENTO SESSUALE DEI MINORENNI HA UN’ACCEZIONE MOLTO VASTA, VOI DI ECPAT NE CONOSCETE TUTTE LE SFACCETTATURE. CE LE PUOI SPIEGARE?

Ti ringrazio per questa domanda perché mi permette di parlare di un tema che mi sta molto a cuore. Parto dal dirti che noi come realtà siamo contrari all’uso del termine ABUSO, perché essendo il contrario di USO ammette l’uso lecito di qualche cosa, noi invece partiamo dal principio che nessun essere umano, in particolare un soggetto minore di 18 anni, debba essere usato per nessuno scopo, neanche il più nobile. Ci battiamo e ci batteremo affinché anche i termini e il linguaggio usato dai mezzi di comunicazione di massa rispetti un’etica precisa.

Noi ci occupiamo di tutte quelle forme di violenza sessuale a discapito delle persone di minore età basate sullo scambio: sesso in cambio di soldi, di beni di prima necessità, di favori, di speranze e di promesse. Rientra nella nostra sfera di intervento anche l’istigazione diretta e indiretta, che contempla anche i messaggi di normalizzazione della vendita del proprio corpo. C’è un grande cambiamento culturale in atto, l’abuso non è solo fisico, non è solo stupro o prostituzione, è un fenomeno molto più ampio, quando si parla di minorenni la costrizione non riguarda solo il corpo fisico, ma anche l’immagine.

NEL VOSTRO SITO C’è UNO SLOGAN CHE MI HA COLPITO MOLTO: LET ME BE, LASCIAMI ESSERE. PUOI SPIEGARMI MEGLIO COSA C’è DIETRO QUESTO CONCETTO?

Alla base c’è la visione della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza. Noi ci sentiamo particolarmente legati alla Convenzione perché se si leggono bene tutti gli articoli si comprende quanto questi siano tutti interconnessi e focalizzati su un messaggio che sentiamo pienamente nostro. Dietro lo slogan “Let me be” c’è la nostra visione: ogni bambino deve essere lasciato libero di essere bambino, per questo ogni minorenne va tutelato e gli va garantito l’accesso a tutti i suoi diritti.

L’ANNO SCORSO E’ NATA LA COLLABOARAZIONE CON AMKA PER I BAMBINI DELLA PROVINCIA DEL KATANGA. IN CHE MODO LA SCUOLA, A TUO AVVISO, PUO’ ESSERE UN LUOGO DI PROTEZIONE DELL’INFANZIA E ANCHE DI MONITORAGGIO DI FENOMENI LEGATI ALLO SFRUTTAMENTO SESSUALE?

Il fatto che un bambino possa trascorrere del tempo all’interno di una scuola determina l’opportunità di non essere esposto a determinati tipi di pericoli, è sufficiente questo per mettere a terra un discorso di sicurezza. Poi c’è la modalità di come questo si può fare e noi abbiamo scelto AMKA perché ne condividiamo l’approccio costruttivo e partecipato, oltre alla scelta di adottare lo strumento del sostegno a distanza come modalità di finanziamento dei progetti e di interconnessione tra donatori e beneficiari.

Il progetto di AMKA è un progetto completo che utilizza l’educazione come strumento per risolvere una vasta serie di problematiche che toccano i bambini della Repubblica Democratica del Congo, questo approccio che non si arena sul primo bisogno rilevato è congeniale al nostro modello operativo, siamo entrati in questo progetto destinando ad esso i contributi del sostegno a distanza perché c’è piena sintonia  con il metodo e l’approccio di AMKA.

UNO SGUARDO AL FUTURO: QUALI SONO I TEMI PIU’ URGENTI SU CUI è NECESSARIO INTERVENIRE?

Sicuramente dobbiamo batterci per un inserimento definitivo dei nostri temi nell’agenda della politica italiana, questi sono temi scomparsi dalla nostra politica e non lo dice Ecpat, lo dicono i rapporti delle  Nazioni Unite e il monitoraggio sull’applicazione della Convezione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza. Ovviamente si tratta di un inserimento che deve essere fatto in maniera sistemica, non può essere un tema che si arena in un unico ambito o dipartimento, è un tema per cui è necessario fare prevenzione e per questo bisogna entrare nelle scuole, parlare alle famiglie, coinvolgere tutti gli attori che hanno a che fare con i minorenni. Vorremmo che l’agenda politica operativa del nostro paese ponesse priorità a questi temi e ci batteremo affinché questo possa avvenire nel miglior modo possibile e in tempi brevi.

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