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La Restitution

Con questo termine francese l’equipe di AMKA definisce l’attività legata alla sensibilizzazione della popolazione ed all’insegnamento dei principi nutritivi soprattutto alle mamme dei villaggi i cui figli hanno sofferto di malnutrizione.
Una volta che i bambini escono dal programma di lotta alla malnutrizione infantile presso il Centro di Salute di Kaniaka, è indispensabile infatti, che continuino un’alimentazione sana e completa di proteine, carboidrati e vitamine. I prodotti  che i campi offrono nei villaggi coltivati dalle stesse donne, danno tutto ciò che serve loro: verdure per le vitamine, fagioli per le proteine, il mais per i carboidrati, la soia per il latte. L’utilizzo corretto di tutti questi prodotti, senza alcuno spreco, e con un corretto bilanciamento deve però essere loro insegnato.

Ci siamo pertanto recati con l’equipe di Amka Katanga, il medico Michel, Just(l’animatore responsabile del settore sanità di AMKA Katanga) e l’infermiera del centro nutrizionale Karil, presso il villaggio di Dilefwe.

E’ stata una vera lezione di vita.

Per diverse ore mamme e bambini hanno ascoltato ed assistito in silenzio, attentamente ed educatamente,  la “lezione di cucina” che veniva loro impartita.

Si è iniziato con la sensibilizzazione al programma salute, ovvero quanto essa dipenda sopattutto da una buona nutrizione. Canti e filastrocche in swhaili vengono simpaticamente utilizzati per coinvolgere il villaggio ottenendo così una maggiore attenzione sul vero tema del progetto: imparare a cucinare per nutrirsi al meglio.

Quindi, per finire, si è proceduto alla parte pratica impastando polpette di fagioli e di soia che, una volta bolliti, sono stati frantumati con un misto di cipolla aglio e prezzemolo. Poi la frittura e quindi la distribuzione  ai bambini che, educatamente in fila hanno assaggiato le polpette  insieme al latte ricavato dalla bollitura della soia nell’acqua.

Un commento mi viene spontaneo dopo questa giornata: siamo noi volontari ad avere sicuramente imparato qualcosa. Purtroppo infatti noi “occidentali”, grazie al consumismo, non conosciamo il rispetto  per i prodotti che la terra ci regala; noi gettiamo il cibo inconsapevoli o forse, ancor peggio consapevoli, che potremmo sfamare migliaia di persone.  Banalmente è come se non volessimo vedere che c’è anche chi ha avuto la sfortuna di nascere da un’altra parte del mondo.    

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