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INTERVISTA Al DOTTOR MICHEL

Sulla jeep per arrivare a Yandisha per le vaccinazioni facciamo una lunga intervista  al Dottor Michel prezioso collaboratare di Amka. Il tempo non manca, ci vogliono quasi tre ore per arrivare!
QUAL È LA REAZIONE DELLA POPOLAZIONE RISPETTO AD AMKA?
La popolazione accetta il lavoro di AMKA e sta capendo ancor di più il nostro intervento. Con il passare degli anni la popolazione comprende sempre più l’importanza del nostro lavoro e si rivolge con maggior spontaneità alla nostre attività. Recentemente, ad esempio, i genitori e le donne incinta si rivolgono quasi spontaneamente al momento della vaccinazione.
LA SITUAZIONE SANITARIA E’ MIGLIORATA DALL’ARRIVO DI AMKA?
Si un miglioramento c’è stato, per spiegarvi vi farò qualche esempio: prima moltissime donne incinta morivano perché si rivolgevano al centro di salute troppo tardi e le complicanze del parto non potevano essere evitate. Adesso, grazie alle molteplici sensibilizzazioni, le donne si rivolgono ai centri di salute prima durante e dopo il parte riducendo rilevantemente il numero di decessi. È possibile osservare lo stesso fenomeno con la malnutrizione, la sensibilizzazione ha portato ad una rilevante riduzione del numero di bambini malnutriti.
QUALI SONO LE PIU’ GRANDI DIFFICOLTA’ CHE INCONTRI?
Mi devo rapportare tutti i giorni con delle difficoltà, le principali sono le abitudini della popolazione che portano, ad esempio, le donne a non presentarsi prima del 5 mese di gravidanza al centro di salute, questo perché pensano che nei primi mesi è meglio tenere per se la gravidanza, per evitare che elementi esterni abbiano su di esse un’influenza negativa. Allo stesso tempo la medicina tradizionale è un’abitudine molto radicata nella popolazione, che prima decide di curarsi attraverso le tecniche a loro più note e di rivolgersi al personale sanitario in un secondo momento.
Una seconda difficoltà con la quale quotidianamente mi devo confrontare è l’estrema povertà in cui verte la popolazione della zona di salute di Mabaya. La maggior parte delle persone non ha i soldi necessari per farsi curare, ragione per la quale spesso si rivolgono in prima battuta alla medicina tradizionale, la quale ha un costo inferiore: una visita al centro di salute di Kaniaka costa 100 franchi congolesi (0,1$), ma a questa spesa poi si deve sommare il prezzo dei farmaci.
Un altro elemento che rende difficile il mio lavoro consiste nel basso livello di istruzione della popolazione della zona rurale. Questo impedisce loro di cogliere la gravità dei sintomi e della malattia che li sta colpendo. Nella quotidianità questa mancanza di formazione si manifesta in atteggiamenti quali la non comprensione della lista d’attesa che l’infermiere del centro di salute realizza ogni giorno sulla base della gravità e dell’urgenza delle situazioni che si presentano, oppure nella non assunzione in modo corretto della cura  prescritta in quanto non riescono a cogliere a fondo l’importanza del seguire la prescrizione ricevuta ai fini di una guarigione completa.
CI HAI DETTO CHE MOLTE PERSONE SI CURANO CON LA MALATTIA TRADIZIONALE, PUOI DIRCI QUALCOSA A RIGUARDO?
Esistono tipi differenti di medicina tradizionale/naturale. Le più presenti in Congo sono la fitoterapia e i guaritori. La prima è la medicina che prevede la cura dei sintomi attraverso l’uso delle piante. Esistono delle persone specializzate alle quali ci si può rivolgere, che chiedono un compenso per il lavoro che svolgono. Solitamente sono loro che si impegnano anche a reperire le piante necessarie per la cura, anche se spesso capita che è il malato stesso che va a cercarle nella savana per ridurre ulteriormente il costo dell’intervento. Nel secondo caso la persona decide di rivolgersi ad un guaritore, che indicherà l’origine della malattia per colpa di una terza persona. Per cancellare la malattia il guaritore farà delle richieste specifiche quali ad esempio “portami una gallina bianca”. Reperito l’oggetto o l’animale richiesto la persona malata ritorna dal guaritore che si reca in un’altra stanza recita delle preghiere con l’oggetto portato e ritorna dicendo che la malattia è terminata. Questi fenomeni si manifestano sia in città che nella zona rurale. Le persone spesso continuano a non stare bene quindi si rivolgono al Centro di Salute. Quando ricevo un paziente gli chiedo la storia della malattia,spesso mi raccontano di essere stati dai guaritori quindi gli spiego che hanno solo ritardato le cure. Le erbe spesso utilizzate peggiorano la condizione fisica del paziente.
CI RACCONTI UNA SITUAZIONE CHE TI HA PARTICOLARMENTE COLPITO?
Non vi voglio raccontare una storia drammatica, vorrei solo parlarvi della prima volta in cui ho avuto a che fare con una malattia, la bilhargiose, studiata a lungo durante i 7 anni di università, e riscontrata sul terreno la prima volta proprio lavorando con AMKA. È una malattia che colpisce l’apparato urinario, e che ha colpito la figlia del direttore della scuola di Kaniaka. Dopo aver ascoltato la descrizione dei sintomi che la ragazza provava le ho subito prescritto le analisi delle urine ed, esiti alla mano, ho avuto conferma del mio sospetto. Per due mesi la ragazza è rimasta sotto controllo costante, essendo la cura abbastanza lunga. Le successive analisi non hanno mostrato più traccia della malattia.
 
HAI INCONTRATO PERSONE CHE HANNO RIFIUTATO LA CURA?
Si, solitamente le persone che si rifiutano possono essere ricollegati a due gruppi ben distinti: il primo è composto da persone che per motivi religiosi rifiutano le cure (anche in Congo i testimoni di Geova rifiutano le trasfusioni sanguinee). Il secondo gruppo rifiuta per motivazioni individuali, personali principalmente legati alla paura nei confronti della cura, data la scarsa conoscenza della medicina e degli strumenti di cui si avvale. Grande difficoltà si trova nell’accettare la trasfusione in quanto le persone non la comprendono e collegano questa procedura ad una malattia molto grave, che li terrorizza e preferiscono rifiutare le cure.
CI SONO MALATTIE CONSIDERATE NATURALI TANTO DA NON VENIR CURATE?
Tendenzialmente no, spesso le persone non si rivolgono al medico ma si recano direttamente in farmacia per acquistare farmaci che pensano rimuovano i sintomi. In Congo non esiste legge che impedisce ai farmacisti di vendere senza ricetta medica, in questi casi spesso la malattia si protrae nel tempo. Una delle malattie che colpisce principalmente la popolazione è la Malaria, molte persone la curano autonomamente anche se con il passare del tempo ci si rende conto che se ignorata può portare alla morte, dunque è sempre maggiore il numero di persone che si rivogle al medico per curarla.
RIGUARDO AL FUTURO COSA SI PUO’ FARE PER MIGLIRARE LA SITUAZIONE NEI VILLAGGI?
Abbiamo già gli strumenti per migliorare la situazione, dobbiamo solo continuare così: attraverso le sensibilizzazioni e la prevenzione e prenderci cura dei pazienti; ad esempio in questi ultimi anni il numero dei bambini malnutriti si è ridotto, grazie all’introduzione degli orti comunitari che permettono miglior sostentamento della popolazione.
……continua
Grazie Dottore !

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