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INAUGURATO IL SISTEMA DI ACQUA CORRENTE POTABILE AL CENTRO DI SALUTE DI KANYAKA

Qualche mese i nostri volontari Elena e Guglielmo hanno raggiunto la Repubblica Democratica del Congo, dove sono rimasti sei mesi per seguire le attività progettuali di AMKA.

La loro partecipazione ai progetti di AMKA li ha resi partecipi delle tante difficoltà operative del Centro di Salute di Kanyaka, unico punto di riferimento sanitario per l’intera popolazione di Mabaya.

Uno degli interventi più urgenti da dover svolgere nel Centro di Salute riguardava l’accesso all’acqua corrente e potabile all’interno degli ambulatori e delle sale di degenza.

Questo obiettivo di AMKA è diventato in poco tempo il grande sogno di Elena e Guglielmo, che si sono mobilitati in prima persona aprendo la raccolta fondi “Agire per proteggere”.

 In meno di due mesi sono stati raccolti tutti i fondi necessari e sono iniziati i lavori nel pozzo del villaggio di Kanyaka, adiacente al centro di salute.

Diversi problemi tecnici hanno reso questa operazione molto più lunga e costosa di quanto previsto inizialmente, siamo stati infatti costretti a creare un nuovo pozzo, è stato impossibile ristrutturare quello già in funzione.

Nonostante le difficoltà tutto è andato come doveva, abbiamo terminato i lavori e consegnato ufficialmente il pozzo alla comunità di Kanyaka.

Il centro di salute ha, finalmente, lavandini che erogano acqua corrente potabile in qualsiasi momento, rubinetti dedicati sono a disposizione di tutti i bambini della scuola, un sistema di irrigazione è istallato a due passi dai campi e delle fontane sono utilizzabili dalle famiglie del villaggio.

300 famiglie, 600 studenti, 2000 pazienti e 20 donne che ogni anno beneficiano dei nostri progetti di microcredito agricolo da oggi hanno accesso, a qualsiasi ora, a un bene semplice e fondamentale come l’acqua.

L’acqua contaminata è uno dei problemi più gravi dell’intera Africa, noi lo abbiamo risolto in questo fazzoletto di mondo e lo dobbiamo alle tante persone che hanno accolto il nostro appello, che hanno teso una mano a Elena e Gugliemo.

Grazie per questa ventata di empatia, grazie per averci permesso di realizzare un sogno.

 

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