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Il Coronavirus in Congo e in Guatemala: aggiornamenti e monitoraggio
In questi giorni sono tanti i sostenitori e i volontari che si preoccupano dell’andamento dell’epidemia nei contesti in cui operiamo con i nostri progetti.
Siamo in continuo contatto con i nostri colleghi in Congo e in Guatemala e monitoriamo la situazione attraverso le loro testimonianze e le notizie ufficiali pubblicate sull’argomento.
Allo stato attuale nella Repubblica Democratica del Congo è stato accertato un solo caso di contagio, si tratta di un belga che è stato messo in quarantena, insieme alle persone con cui è entrato in contatto, nella città di Kinshasa. E’ doveroso ricordare che il Congo è teatro di continue epidemie, lo scorso anno il solo morbillo ha provocato in questo paese la morte di 6.000 persone, principalmente bambini. Anche le epidemie di colera sono molto comuni, abbinate alla capillare diffusione della malaria, una vera e propria piaga per l’intera popolazione congolese.
In Guatemala si sono verificati i primi decessi da Coronavirus, per questo ieri è stata presa la decisione di bloccare tutte le attività economiche ed istituzionali per due settimane, compreso il trasporto pubblico.
La situazione, nelle nostre regioni di intervento, appare al momento sotto controllo e non vi sono i presupposti per parlare di emergenza.
Siamo comunque in allerta e abbiamo aperto dei tavoli di confronto con i nostri colleghi e con le istituzioni locali per valutare l’eventuale necessità di intervento attraverso l’intensificazione delle campagne di sensibilizzazione sui temi della pulizia e igiene personale, che in entrambe i contesti portiamo avanti con costanza, proprio a causa della elevata esposizione delle popolazioni al rischio di contagio di patologie virali e batteriche.
Sia in Congo che in Guatemala l’accesso alle cure non è garantito, se non a fronte del pagamento delle prestazioni sanitarie, purtroppo inaccessibili per gran parte della popolazione. Questo desta grande preoccupazione, perchè l’eventuale diffusione del virus metterebbe a serio rischio le comunità che sosteniamo, comunità povere e particolarmente vulnerabili, già provate dalle patologie ordinarie estremamente diffuse.
Ribadiamo che allo stato attuale non siamo in emergenza, ma in allerta, fiduciosi che le misure contenitive messe in campo funzionino e che al più presto questa preoccupazione rientri.
La sede di AMKA a Roma è chiusa, lo staff è operativo in modalità “telelavoro” al 100% e impegnato a portare avanti le attività, che non si fermano.
Chiunque volesse avere maggiori informazioni può contattarci via e-mail, scrivendo ad amka@assoamka.org.
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