In questi giorni porto dentro, da giovane donna quale sono, una rabbia bruciante, che non…

I medici volontari di AFMAL tornano in Congo
A distanza di 4 mesi dalla prima missione, i medici volontari di AFMAL – Associazione con i Fatebenefratelli per i Malati Lontani – annunciano il ritorno nel Katanga per proseguire il lavoro di screening e monitoraggio dei casi di epilessia.
Lavoriamo con AFMAL da ormai tre anni, grazie al loro supporto tecnico ed economico abbiamo ampliato e ristrutturato i Centri di Salute dei villaggi di Kanyaka e Mose, assicurando alla popolazione dell’area di Mabaya l’accesso alle cure di base e a un servizio sanitario di sempre maggiore qualità.
In questa zona del sud della Repubblica Democratica del Congo i nostri centri di salute sono gli unici presidi sanitari che offrono prestazioni gratuite; per questo sono frequentati ogni anno da migliaia di persone, soprattutto bambini e donne in stato di gravidanza. In questo contesto diventare vecchi è un lusso concesso a pochissimi, avere una diagnosi e dare un nome alle malattie e ai disturbi che colpiscono la popolazione non è sempre semplice, soprattutto quando l’analisi del sintomo richiede approfondimenti diagnostici e strumentali che non sono disponibili nei centri di salute. Per questa ragione lo scorso luglio, un’equipe di medici volontari di AFMAL è volata nel Katanga e ha condotto uno screening sui pazienti dei 35 villaggi dell’area di Mabaya che presentavano segni e sintomi dell’epilessia, una malattia molto diffusa ma nascosta ed etichettata troppo facilmente come pazzia, demenza, stregoneria.
Grazie agli elettroencefalogrammi effettuati sono stati individuati 35 casi di bambini e adulti con referto alterato, 10 di loro hanno avuto una diagnosi certa di epilessia e, grazie ai fondi stanziati da AFMAL, hanno iniziato a seguire la terapia farmacologica stabilita dal neurologo, responsabile del progetto. Sono tutti casi giovani, la più piccola paziente di questo gruppo si chiama Marie, ha appena 6 anni, la più grande è Regine, 31 anni; grazie alla terapia potranno condurre una vita normale senza crisi epilettiche e senza crisi di assenza, ma per fare in modo che tutto proceda nel migliore dei modi è necessario monitorare la loro risposta al farmaco e l’andamento della patologia.
Per garantire continuità al percorso intrapreso, il 19 novembre avrà inizio una nuova missione dei medici di AFMAL a cui parteciperà il neurologo che ha seguito la prima parte del progetto, il dott. Riccardo Terenzi, affiancato da Anastassia Gach, tecnica neurofisiopatologa, Gateano di Clemente, infermiere, e Teodora Chiocci, volontaria di AMKA, addetta al coordinamento logistico della missione.
Dal punto di vista clinico, l’obiettivo di questa seconda missione è valutare l’evoluzione della terapia dei primi dieci pazienti, ricontrollare i pazienti con elettroencefalogramma positivo ma con diagnosi differenziale o incerta e ampliare il raggio di inchiesta proseguendo il lavoro di screening nei 35 villaggi dell’area di Mabaya.
I medici di AFMAL hanno anche un altro fondamentale obiettivo che consiste nel portare avanti il percorso di formazione a beneficio del personale sanitario locale impegnato nei Centri di Salute dei villaggi di Mose e Kanyaka per renderlo, nel prossimo futuro, capace di indentificare, gestire e monitorare i casi di epilessia.
L’epilessia è una malattia curabile, ringraziamo AFMAL e suoi meravigliosi volontari per avere acceso una luce di speranza nella vita di tante persone che fino a luglio scorso non sapevano dare un nome alla propria condizione e si credevano condannati definitivamente all’emarginazione.
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