Torna a San Lorenzo il Festival delle Culture. Dal 9 al 18 settembre il quartiere…
Giornata internazionale delle popolazioni indigene
Nella giornata internazionale delle popolazioni indigene intervistiamo Rony Figueroa, ex guerrigliero guatemalteco che con il suo impegno e con la sua voglia di lottare pacificamente per costruire un mondo basato su valori comunitari, è stato un elemento fondamentale nella fondazione della Cooperativa Nuevo Horizonte (Petén, Guatemala).
Donatella: Rony, parlaci del ricco panorama guatemalteco e di come le differenti culture Maya e non maya sono trattate dal governo guatemalteco.
RONY: In Guatemala esistono i Maya, i Garífunas e gli Xinca. Tra queste tre popolazioni, sono gli Xinca a trovarsi in pericolo di estinzione. Ma non solo, basta pensare che siamo una popolazione con più di 22 idiomi per poter capire la ricchezza del nostro popolo..
In Guatemala , il governo celebra il 12 ottobre come il “día de la raza”, pero noi lo chiamiamo il giorno della resistenza. A partire dal giorno dell’arrivo degli spagnoli nella nostra terra abbiamo mantenuto
una costante resistenza, sia in difesa del nostro territorio, sia per difendere i nostri idiomi, i nostri credi e costumi.
DONA: Dal tuo punto di vista, quale sono i principali ostacoli che impediscono una partecipazione efficace delle comunità indigene nel processo decisionale sia a livello nazionale che internazionale?
RONY:Le differenti tirannie che hanno governato in Guatemala, mai hanno mostrato nemmeno il minimo interesse per proteggere la loro cultura, al contrario, le differenti dittature hanno sviluppato politiche di genocidio che sono tutt’ora impunite, come il recente caso del generale Efraín Ríos Montt.
Il nostro popolo, per poter mantenere viva la cultura ha dovuto impegnarsi con iniziative personali e differenti metodi; ad esempio utilizzando la trasmissione orale di padre in figlio.
DONA: In che forma lo stato può promuovere o rafforzare la partecipazione delle comunità indigene nelle questioni interne al paese?
RONY: I governi guatemaltechi mai hanno sviluppato politiche che garantiscono la partecipazione delle popolazioni indigene nella presa delle decisioni fondamentali, questo è stato possibile sia a causa
della differenza linguistica sia per lo schema capitalista che si è sviluppato nel nostro Paese.
Un altro elemento da tenere in considerazione é l’alto livello di analfabetismo e di scarsa conoscenza di ciò che accade nel nostro paese. L’assenza di informazione su ciò che accade a livello nazionale e internazionale, aggrava la situazione. La nostra popolazione è da sempre cacciata dalle terre più ricche di risorse, sia dalle differenti transnazionali sia dai proprietari terrieri guatemaltechi.
Questo accade ancora oggi e queste popolazioni ora vivono in luoghi remoti e senza nessun servizio basico
Durante la firma degli accordi di pace, il nostro popolo ottenne importantissime concessioni, sia per quanto riguarda la protezione della cultura, sull’uso dei differenti idiomi, specialmente per quanto riguarda l’importanza dell’istruzione bilingue, sia sull’uso dei vestiti tipici in tutti i luoghi pubblici, scuola compresa.
Ora obbligo del governo è la restituzione della terra, perché è un diritto ancestrale che ci spetta. Di fondamentale importanza é il rispetto di tutti i punti dell’accordo di pace, solo questo può permettere una pace duratura.
Fino ad ora é tutto lettera morta.
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