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EL BOSQUE DE LA VIDA (Il bosco della vita) – Nuevo Horizonte

Il Bosco della vita non è semplicemente un bel nome da dare ad un bosco, il bosco della vita è stata la casa dei guerriglieri durante il conflitto armato in Guatemala.
Leggere sui libri storie di ingiustizie, terrore e guerre ci inorridisce, ma guardare negli occhi di chi ha vissuto tutto questo, mentre te lo racconta, nello stesso luogo in cui l’orrore e la paura si sono consumati, è qualcosa di diverso.
Ti colpisce diritto nel cuore, ti ruba le lacrime e rapisce le tue emozioni, portandole in un luogo del tuo sentire inaspettato e sconosciuto fino ad oggi. Ogni cosa, qui a Nuevo Horizonte scatena un groviglio di emozioni forti. Questo è un luogo nato dalla violenza, violenza che nessuno qui ha cercato ne’ voluto, tuttavia ci sono momenti in cui è imprescindibile ricorrervi, per esempio quando ti vengono tolte le ragioni stesse della vita, la tua terra, che per secoli ha pensato a sfamarti, allora da campesino la trasformazione in guerrigliero “companeros” è obbligata e necessaria.
Ogni frase dei companeros ti fa riflettere sulla vita, sulla TUA vita! Nonostante quello che hanno subito, quando ascolti i loro racconti non percepisci rabbia ne’ odio, al contrario, amore e rispetto. Rispetto per gli uomini e per la natura, perché per loro la natura è vita: dalla terra nasce il mais, la base del sostentamento, qui infatti il mais viene venerato come un dio. La loro missione più importante e ardua è difendere la natura che li circonda, che rischia nuovamente di essere violata e assoggettata agli interessi economici di multinazionali senza scrupoli, che guardano unicamente al profitto immediato, senza preoccuparsi del futuro.
I campi coltivati della cooperativa confinano con un terreno sterminato, appartenente ad un “gringo” americano. Viene lasciato completamente incolto e di tanto in tanto bruciato: questo per i campesinos è un delitto incomprensibile.
Poi ci sono i terreni dei narcos, che vengono usati come base del traffico di cocaina verso il Messico e da lì in tutto il mondo.
Ed è proprio questo il significato del Bosco della vita, esso si trova all’interno della cooperativa ed è un esempio della biodiversità di questi luoghi, un trionfo di flora e fauna su cui svetta la ceiba, un albero maestoso e imponente, uno dei simboli del Guatemala, il Mimbre un parassita degli alberi che viene usato per fare cappelli e la seduta delle sedie, l’Hule, un albero la cui corteccia brucia lentamente e può essere usato per fare torce, il Zapote che da dei frutti poco più grandi di una mela la cui polpa ha il colore della zucca e sono gustosissimi e il Guarumo, le cui foglie venivano fumate dai guerriglieri al posto del tabacco.
El Gato, il nome guerrigliero di Miguel Angel, ci illustra tutte queste meraviglie come se ci stesse svelando un segreto nascosto e ci fa capire che qui ci sono tutti gli ingredienti per la sopravvivenza, mentre noi combattiamo i mosquitos inondandoci di repellenti, perché ci sono anche loro, devono esserci, la vita ha molteplici forme, anche quella di un mosquito!
Non è assistenzialismo ciò di cui qui si ha bisogno, bensì condivisione e sostegno per intraprendere uno sviluppo sostenibile. Ed è proprio questa la filosofia di Amka e ciò che mi ha spinto ad intraprendere questa mia esperienza di volontariato. La difesa della vita in questi luoghi, è uno degli obiettivi che Amka si è prefissata, cercando di creare un circuito di turismo solidale e responsabile.
Far conoscere questi luoghi e queste persone in Europa, portare qui viaggiatori che facciano propria l’essenza di questa terra martoriata e la portino con se per raccontarla, far diventare il Peten un posto dove poter sondare la propria coscienza e mettersi alla prova, quello che stiamo facendo noi volontari.
Per questo ringrazio Amka e Donatella, che mi hanno coinvolto in questa avventura e mi stanno dando l’opportunità di vivere questa meravigliosa esperienza.
Ora siamo nella Casa del Cooperante, siamo arrivati trovando solo le mura e pian piano le stiamo dando vita, con orgoglio e soddisfazione, perché sappiamo che dopo di noi arriveranno altri volontari e sapere che troveranno i frutti del nostro lavoro ci rende orgogliosi.
Ed ora ci attendono i laboratori nelle scuole popolari e noi… ESTAMOS LISTOS.
ALESSANDRA FAZI.

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