Camilla Cianfanelli ha trascorso l’estate in Guatemala, è stata una volontaria preziosa che ha messo…
Due facce della stessa medaglia
Arrivati a Yandisha la jeep si ferma. Scendiamo tutti, ognuno ha il suo compito da svolgere. Io e Fifì, l’assistente sociale di Amka Katanga, puntiamo al centro di salute del villaggio non gestito
direttamente da Amka,: “zona maternità”.
Poche donne entrano una alla volta, educate si sdraiano su un lettino fatiscente che aspetta da troppo delle lenzuola pulite.
Sono timide, sembra si siano vestite bene per l’occasione: Amka le raggiunge per accertarsi che la gravidanza proceda bene.
Io e Fifì auscultiamo il battito con lo stetoscopio ostetrico e per me è la prima volta, alcune volte certo e ritmico altre lontano sfocato, ma c’è!
L’apparecchio per la pressione è rotto, una misura veloce per datare la gravidanza, stai bene? Si. 2500 franchi (3$) e la visita è conclusa.
Penso alle donne italiane incinta, alle loro paure e alle loro visite e controlli all’ordine del giorno.
Un piccolo prezzo da pagare per la tranquillità di sentirsi al sicuro e protette in un momento tanto delicato.
Il lavoro che Amka svolge con queste donne è proprio questo, cercare di seguirle e monitorarle per tutto il periodo della gravidanza per arrivare preparate al momento del parto.
Purtoppo però , come si vede dalla foto, le strutture sono fatiscenti.
Amka spera con l’aiuto di tutti di costruire dei posti di salute più adeguati, sosteneteci!
Irene
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