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Quando una tesi diventa progetto in Guatemala

Due volontari di AMKA in viaggio per realizzare il loro progetto per la popolazione di Nuevo Horizonte in Guatemala.

Luca e Alessandro sono due studenti di ingegneria energetica che stanno portando avanti un progetto per la loro tesi di laurea nella cooperativa Nuevo Horizonte, dove Amka da anni ha progetti destinati al supporto della popolazione locale. Il progetto consiste nell’installazione di un piccolo impianto per la auto-produzione sostenibile di cloro organico a partire da acqua e sale attraverso una cella elettrolitica e la conseguente messa in commercio del prodotto. Il progetto si sta realizzando grazie a una felice collaborazione tra il CIRPS (Centro Interuniversitario di Ricerca per lo Sviluppo Sostenibile), AMKA ed Atinet, società d’informatica che oltre a mettere a disposizione le sue conoscenze nel settore della gestione dati, sta finanziando interamente la realizzazione del progetto.

Iniziano i lavori, inizia il viaggio…

Fine giornata. In realtà sono solo le 20 ma, dopo aver cenato alle 17 e considerando che non dormiamo da due giorni, direi che è lecito andare a dormire alle 21! Cena con tortillas e brodo di verdure bello caldo mentre temperatura esterna e umidità sono simili a quelle di un bagno turco. Risultato: una sudata epica! E ora, mentre mi faccio una doccia prendendo acqua con una bacinella da un lavandino di cemento ripenso al viaggio per arrivare qui.

L ‘ arrivo all’aeroporto di Città del Guatemala e Luca che contratta con il tassista  per abbassare il prezzo, l’attesa nella stazione del bus per Nuevo Horizonte mangiando pane secco a forma di cornetto e bevendo caffè in polvere di dubbia origine. Ma la cosa più caratteristica forse è stata proprio il viaggio in bus. Essendo finito lo spazio per i bagagli abbiamo dovuto mettere i nostri nel corridoio fra i sedili bloccando il passaggio per il bagno, tanto che chiunque avesse necessità di usarlo era costretto a fare un’acrobazia degna di Yuri Chechi, nonché svegliarci dal nostro stato semi-vegetativo. Così, dopo 7 ore di pullman, tra un signore che “scatarrava” nel corridoio e un altro che ha tossito per tutto il tempo, alle 5.30 di mattina siamo arrivati alla cooperativa.

Dopo aver atteso il risveglio della comunità ed aver conosciuto la Chala, l’incaricata del negozio dove verrà venduto il cloro prodotto, abbiamo partecipato ad un paio di riunioni con il presidente della cooperativa ed alcuni membri della giunta direttiva. Ci siamo accorti che in realtà in pochi hanno capito in cosa consisterà la “planta”. Chi pensava sarebbe stato un impianto industriale, chi di poter produrre il cloro in casa con gli ingredienti della cucina e chi, come la Chala, teme che esploderà tutto e sul giornale si leggerà di due studenti italiani e di una ex-guerrigliera guatemalteca coinvolti in una micidiale esplosione. Nonostante queste piccole incomprensioni, tutti hanno dimostrato grande interesse e volontà di partecipare e persino il presidente della cooperativa ha detto di voler imparare ad usare la macchina. Quando poi gliela facciamo vedere rimangono sorpresi davanti alla sua semplicità. A questo punto qualcuno chiede se può essere usata anche per produrre il rum. Grasse risate.

Coinvolti dal loro entusiasmo, anche noi non vediamo l’ora di iniziare.

Hasta pronto!

Alessandro

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