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Comprendere la malnutrizione: cos'è e come si può realmente agire.
La malnutrizione non è sempre qualcosa di percepibile. A volte è un’insidia celata in profondità, perennemente in agguato, pronta a emergere e disgregare lentamente, annientare. Siamo abituati a pensare che sia legata all’assenza di cibo, ma non è sempre così, spesso è semplicemente il frutto di un contesto disagiato, carente di un’essenziale consapevolezza delle necessità del nostro corpo.
Nei paesi in via di sviluppo, le più comuni cause di mortalità infantile sono la malaria, il morbillo, la dissenteria, la polmonite; nella maggior parte dei casi dietro a tutto ciò c’è un corpo debilitato alla malnutrizione, in questo caso intesa come sotto-nutrizione, o difetto di sostanze nutritive essenziali, come vitamine, minerali, proteine, ferro e zinco.
Non si deve confondere la mancanza di un apporto adeguato di nutrienti con la scarsità di cibo, si può essere malnutriti anche senza essere denutriti, tant’è che le cause dell’insufficienza variano dall’assunzione limitata di nutrienti al malassorbimento, alle infezioni o alle gravi disfunzioni intestinali, alla perdita sistemica delle sostanze in seguito a diarrea, emorragie o insufficienze renali.
Ovviamente i periodi più critici, che devono essere salvaguardati da questo pericolo, sono quelli che richiedono un maggiore fabbisogno nutrizionale, quindi l’infanzia e la gravidanza (e l’allattamento). Per questo si focalizza l’attenzione sui bambini e sulle mamme.
La malnutrizione riscontrata in un bambino nei primi due anni di vita, ovvero nel periodo più vulnerabile per la crescita, può comprometterne lo sviluppo fisico e mentale, spesso in modo irreversibile. Lo squilibrio tra i fabbisogni dell’organismo e la relativa assunzione di sostanze nutritive può portare ad alterazioni complesse a livello del sangue e dei tessuti, arrivando a toccarne la struttura e le funzioni biochimiche¹. Significa far crescere un corpo senza ciò di cui ha bisogno per farlo, significa dunque limitarlo, o arrestarlo.
La malnutrizione può essere riscontrata in segni esteriori e visibili, come la secchezza della cute, la depigmentazione dei capelli², o l’atrofia muscolare e i dolori a livello osseo e articolatorio.
Ma la conseguenza più significativa è meno percepibile e riguarda l’indebolimento del sistema immunitario, e quindi l’incapacità dell’organismo di reagire con successo al disagio e alla malattia, che, anche se lieve, ne minaccia ancor più l’integrità. Per questo motivo, come già anticipato, le cause più diffuse di mortalità in questi paesi sono legate a malattie per noi banali, o meglio curabili.
Il ritardo (o arresto) dello sviluppo riguarda anche il sistema nervoso centrale, compromettendo la capacità di connessione tra le funzioni del corpo, come quelle di azione e di controllo motorio, e causando spesso anche deficit sensoriali, difficoltà di apprendimento e memoria, disturbi cognitivi e relazionali. Tutto ciò incide profondamente sul rendimento cognitivo e quindi scolastico del bambino, e influenza fortemente le sue capacità di produttività in età adulta.
Altrettanto importante è lo stato nutrizionale delle donne durante la gravidanza, che può influenzare il feto già dai primi stadi dell’ontogenesi, impedendone lo sviluppo regolare. Le conseguenze della fame e della malnutrizione possono influenzare intere generazioni. Il tutto è aggravato anche dal fatto che le donne non hanno pari accesso alle risorse e all’istruzione, favorendo una catena infinita di limitazioni.
Ciò che colpisce in questa analisi è il fatto che, per quanto riguarda la malnutrizione, causa principale e implicita di mortalità infantile, il problema non risieda sempre in una carenza di risorse, ma in misura maggiore in una mancanza di educazione alimentare e di sensibilizzazione alle buone pratiche nutrizionali. Che significa dire che in questi casi e per la maggior parte dei paesi in via di sviluppo la malnutrizione è prevenibile, e che è possibile fare qualcosa per arginare un fenomeno di dimensioni enormi. Questo non significa che riusciremo a salvare ogni singolo bambino in grave pericolo in questo preciso momento su questa terra, ma che potremo lavorare affinchè in futuro non ci siano più i presupposti per cui ad ogni singolo bambino su questa terra possa mancare un adeguato apporto di vitamine, proteine, ma soprattutto consapevolezza.
Beatrice Murgiano
1 Robert S. Porter, Il Manuale Merck, 2014
2 WHO, ICD-10, Version 2010
3 Levitsky, Strupp, Malnutrition and the brain: Changing concepts, changing concerns, 1995
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