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LATINOAMERICANDO: una "piazza" per l'America Latina e tematiche per lo sviluppo – Intervista al Presidente –
AMKA partecipa alla 22° Edizione del Festival LATINO americando nella grande “piazza” della solidarietà per i Paesi dell’America Latina
Per la prima volta quest’anno viene data all’ interno della manifestazione uno spazio anche alla solidarietà e ai progetti che ogni giorno impegnano gli attori della cooperazione allo sviluppo. Un mix di musica, cultura e informazione per conoscere meglio i Paesi che ne fanno parte. AMKA è stata invitata a parlare e essere presente non solo alle tevole rotonde organizzate in questi giorni ma con una mostra permanente che presenta il lavoro e l’impegno dei progetti nel Peten, in Guatemala.
Intervista al Presidente di AMKA Fabrizio Frinolli
Che impressione hai avuto arrivando al festival?
Ho pensato allo sforzo di inserire all’interno di una manifestazione che da anni aveva solo obiettivi orientati alla cultura musicale e gastronomici degli argomenti differenti.
In effetti latinoamericando è una manifestazione importantissima con focus sull’America Latina ma è nota la centratura sul divertimento, come pensi si inserisca in questo contesto il padiglione della solidarietà?
Il padiglione differisce fortemente dagli altri spazi all’interno del Festival, per questa ragione il classico frequentatore dovrà meglio essere accompagnato alla scoperta di questo spazio, proposito peraltro manifestato espressamente anche dagli organizzatori nostri interlocutori.
La novità che il padiglione della solidarietà rappresenta sarà, quindi, supportato nei prossimi giorni da un’adeguata pubblicizzazione dell’iniziativa nelle differenti aree e dal palco principale, proprio per sottolinearne il valore.
Il Padiglione delle nazioni ospita ciclicamente le nazioni del sud America nelle settimane del festival. L’apertura ha visto anche AMKA tra i protagonisti per il Guatemala, che impressione ti sei fatto di questo padiglione in linea generale?
È uno spazio importante che permette alle organizzazioni della società civile di esprimere il proprio punto di vista sul Paese e raccontare le proprie attività e iniziative al fine di sensibilizzare e diffondere una conoscenza più approfondita di queste realtà.
La tavola rotonda sulla biodiversità ha chiamato in causa AMKA, tra gli altri, su un tema che sicuramente si trova al centro del lavoro svolto dall’Associazione in Guatemala. Trovi che i contributi abbiano saputo portare un valore aggiunto?
Ho apprezzato in modo particolare gli interventi centrati sulla narrazione delle attività ed esperienze concrete sul territorio a differenza di altri più generali e, quindi, più distanti dal raggiungimento dell’obiettivo, che era avvicinare l’auditorio alle realtà locali e alla centralità del tema della biodiversità.
Pensi che qualcuno degli intervenuti possa essere un nuovo referente da mettere in rete per lo sviluppo dei progetti futuri?
Molto interessanti sono stati gli interventi delle associazioni che pongono al centro della loro progettualità il recupero della cultura contadina e della difesa del diritto a un’alimentazione adeguata alle esigenze della popolazione. Dall’altro lato altrettanto interessanti sono le associazioni e gli Enti impegnati nella divulgazione e sensibilizzazione in Italia. Entrambi questi canali sono potenzialmente ottimi partner per futuri progetti.
Pensi che l’intervento portato da AMKA abbia contribuito significativamente al tavolo di lavoro?
Abbiamo cercato con il nostro intervento di esprimere da un lato la realtà delle popolazioni con cui realizziamo i progetti e dall’altro lato di evidenziare alcune delle cause alla base della situazione di ingiustizia sociale. In questo modo crediamo di aver messo a fuoco alcuni importanti elementi concreti.
Puoi illustrarci brevemente in particolare quali sono le cause a cui hai fatto riferimento?
Per rimanere sul tema della tavola rotonda, una delle cause più importanti è proprio la perdita della biodiversità, che in Guatemala si realizza nella mancanza di disponibilità delle fonti primarie di sostentamento delle popolazioni; in particolare l’abbattimento delle foreste e l’abbandono forzato delle coltivazioni tradizionali, per dar spazio alle monocolture che alimentano l’industria per la produzioni di carburante. Questo processo ha causato un aumento dell’indice di malnutrizione infantile.
I problemi così esposti sembrano insormontabili, riesce difficile immaginare le soluzioni. AMKA in che modo si attiva sul territorio per farvi fronte?
Affiancando e accompagnando il processo di rafforzamento delle capacità locali, ad oggi compresse da interessi socio-economici prevaricanti. In particolare stiamo realizzando un percorso di rafforzamento delle competenze di coltivazione degli agricoltori, favorendo anche l’inserimento di sementi autoctone. In parallelo è stato avviato un percorso di empowerment femminile nelle comunità.
In conclusione ci puoi fare un bilancio dell’evento?
Un’occasione per condividere esperienze che si basano su approcci differenti ma che generalmente mirano ad un reale miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni.
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