Abbiamo pubblicato la seconda edizione dell'Annual Report di AMKA, riferito all'anno 2022. Il 2022 è stato…
La scolarizzazione femminile in Africa. Povertà, guerre e discriminazioni: ecco le cause che la bloccano
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In un mondo in cui l’istruzione primaria è ormai fondamentale, 42 milioni di bambini dell’Africa sub-sahariana non ha ancora la possibilità di accedere ad essa. Il dato ancor più sconcertante è che il 60% di loro sono bambine.
La differenza si accentua ancora di più fra il contesto cittadino e quello rurale. Le cause principali che concorrono all’esclusione femminile dall’educazione scolastica, anche a livello primario, sono: la povertà, conseguenza di carestie e guerre, e la discriminazione tra i sessi dovuta ai condizionamenti religiosi, culturali e sociali.
In Africa infatti è radicata la considerazione che l’istruzione non sia una condizione necessaria per la sopravvivenza. Nel caso poi delle bambine, il tempo riservato all’istruzione viene considerato un investimento a vuoto che non porta nessun beneficio alla famiglia in cui è nata, in quanto la donna apparterrà ad un’altra famiglia quando si sposerà.
La prima fase di allontanamento delle bambine dall’ambiente scolastico avviene con il passaggio dall’età infantile a quella adolescenziale. Infatti, in tale età, oltre ai fattori culturali dovuti alla mancanza di educazione e/o sensibilizzazione delle famiglie incidono anche quelli pratici dovuti alla mancanza di strutture adeguate come per esempio i servizi igienici e le strutture separate.
Inoltre il corpo docente è formato per lo più da uomini, questo non tranquillizza le famiglie in tema di sicurezza (ricordiamo che la violenza sessuale sulle donne è molto frequente). In una scuola con insegnanti donne le figlie non correrebbero nessun rischio e non verrebbero relegate in fondo all’aula.
Ne consegue un’altra causa frequente della mancanza di scolarizzazione femminile: l’esclusione delle ragazze madri alle quali non è più permesso ritornare a scuola. Anche se a tal riguardo in alcuni stati esiste una tutela di legge per evitare tale discriminazione frequentemente non viene rispettata.
Infine, ma non di minore entità, è la causa di abbandono della scuola dovuta al fatto che le bambine vengono date in matrimonio fin dall’età di 12-13 anni, e ,quindi, devono provvedere alle esigenze primarie della famiglia dove, nel risparmiare per comprare cibo, i primi costi che vengono tagliati sono quelli relativi alle spese per l’educazione e la salute.
La soluzione dei problemi dell’Africa chiaramente deve essere affrontata a vari livelli: istituzionali, economici, sanitari e mondiali.
Ma la sottovalutazione dell’aspetto dell’istruzione, soprattutto a livello femminile, non permette di avviare e intraprendere un cammino che, partendo dalla base – la famiglia, dove la donna ha una piccolo ma fondamentale spazio -, porterebbe a far radicare, e far diventare consuetudine, aspetti che sono fondamentali per il miglioramento della sopravvivenza e della qualità della vita anche nelle piccole realtà rurali.
Una donna scolarizzata potrebbe garantire un calo della mortalità infantile dovuta alla malnutrizione, alla propagazione di malattie infettive, all’igiene, costituendo un valido supporto agli sforzi delle organizzazioni umanitarie. Nell’educazione dei figli, e soprattutto delle figlie, potrebbero costituire il fondamento di una rivoluzione culturale che educhi i figli al rispetto delle donne e le figlie a non dover più sopportare pratiche tribali e a ricorrere sempre di più all’educazione scolastica favorendo di conseguenza l’evoluzione sociale, economica e produttiva dell’Africa.
A cura dei ragazzi del laboratorio di formazione 2008-2009
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