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I bambini sono il futuro
Dai dati dell’Human Development Report del 2014 molti paesi nel mondo hanno registrato significativi passi avanti verso il progresso. Voci quali mortalità, abbandono precoce della scuola, la povertà multidimensionale, trasmissione di HIV iniziano a regredire, a sostegno dell’efficacia dell’impegno di molte organizzazioni internazionali in zone remote del globo. La sopravvivenza e lo sviluppo umano però rimangono condizioni esistenziali minacciate da disastri ambientali o procurati dall’uomo: il rischio di perdere l’equilibrio nell’una come nell’altra è una condizione che appartiene a ogni posto nel mondo, ma ci sono paesi che riescono a farvi fronte più efficacemente rispetto ad altri che sono strutturalmente vulnerabili. La globalizzazione ha anche acutizzato la vulnerabilità strutturale di molti paesi in via di sviluppo e l’incapacità di sopravvivere che ne deriva è perpetuata dall’esclusione, dal basso sviluppo umano e dalla posizione sociale degli individui.
Mettere mano a tali mancanze ricreando uno stato di uguaglianza e pari dignità di vita e colmando le inefficienze di sistemi sanitari che non riescono a diventare diritto della persona è la priorità di molti interventi internazionali che hanno il fine di render fattibile la reazione ai disastri ambientali o umani di questi paesi disagiati. Per arrivare a questo si devono colmare i bisogni quali salute, educazione e benessere: si cerca di supportare le popolazioni svantaggiate nel faticoso percorso verso l’autonomia e l’indipendenza; le si incoraggia a reagire, a creare un proprio futuro massimizzando a lungo termine lo sviluppo interno .
Fedele a questi valori, Amka Onlus lavora sul campo per poter prender parte al disegno mondiale di sviluppo del Congo.
Perché il Congo ?
L’Human Development Report del 2014 riporta dati del Congo inerenti alle tre dimensioni caratterizzanti lo sviluppo di un paese : una lunga e sana vita, la qualità della cultura e conoscenza, lo standard rispettabile di vita. Questi dati evidenziano situazioni che sono ben lungi dall’essere decorose e dignitose, quel minimo necessario per poterle definire ‘sviluppo’ di un paese. Al 2010 l’aspettativa di vita viene tarata intorno a 48.1 anni in Congo contro i 71 in Italia. Su 1000 infanti nati vivi ne muoiono 100 nel primo mese di vita, 146 entro i primi 5 anni (2012), e il tasso di malnutrizione tra i bambini è al 43,4%, con una mortalità materna in Congo, su 100.000 bambini nati vivi, di 540 donne, in Italia 4. La distanza dai centri ospedalieri, la mancanza di vaccinazioni e di cognizioni o possibilità di igiene, le violenze perpetrate su donne e bambini , maschi e femmine quest’ultimi, in zone di guerra intestina e non, le condizioni di vita e non ultimo l’assente possibilità di pagarsi il materiale necessario per potersi far curare (siringhe, lenzuola, sapone ad esempio) in ospedale, sono alla base di ogni ragione per questi risultati.
Si registra un alto tasso di gravidanze tra le donne congolesi. Il motivo però non è soltanto legato alla cultura locale o alla mancanza di conoscenza contraccettiva, ma spesso è causato dalle tante violenze che subiscono o per aver accesso al cibo, all’acqua e alle medicine, o per pulizia etnica da parte delle milizie locali che conquistano villaggi di etnia differente dalla propria. I bambini non vengono protetti da questi soprusi. Per salvarsi dalla minaccia e dal terrore molte famiglie dormono nei campi o nei cespugli dove è più alta l’esposizione alla malaria.
I bambini sono il futuro di domani, la forza lavoro positiva e il valore aggiunto per una società.
In Congo, nel primo mese di vita, le cause principali di morte sono prevedibili e trattabili: polmonite, diarrea, malaria e morbillo. Le zone di guerra, come in North Kivu, sono strutturalmente vulnerabili, e con un numero ancor più alto di mortalità infantile, poiché l’accesso alle cure risulta essere troppo costoso per chi guadagna 1.5 $ al giorno, o per chi la malnutrizione invalida la capacità di lavorare.
Il Congo ha il quinto tasso più alto al mondo di mortalià infantile sotto i 5 anni, più di 391.000 bambini sono morti nel 2012 per malattie curabili e prevenibili. Equivale a dire che 1 bambino su 7 non sopravvive ai 5 anni. Necessitano di assistenza umanitaria 1.2 milioni di infanti al di sotto di questa soglia. L’assistenza sanitaria internazionale non cade nel vuoto: molti passi avanti sono stati fatti nonostante le difficoltà, primo fra tutti un calo significativo della mortalità che interessa i bambini al di sotto i 5 anni che nel 2005 si attesta al 15%.
Il morbillo è riemerso come minaccia per i bambini congolesi nonostante la vaccinazione fosse stata ritirata dal 1980. Nel 2010 ha afflitto l’intero paese. E’ molto contagioso soprattutto qui dove il 17% dei bimbi di 1 anno non sono stati vaccinati. Da gennaio ad ottobre 2013 più di 1.160 casi di morbillo sono stati ritenuti causa di decesso di 74.000 bambini colpiti.
Soltanto il 42% dei bambini con sospetta polmonite riceve antibiotici; solo il 39 % di coloro i quali sono ammalati di febbre riceve le medicine anti malaria e non oltre il 27% degli afflitti da diarrea riceve oralmente i Sali per la reidratazione.
Valutare questi dati permette di pianificare interventi con dati e prove a sostegno dell’esistenza e dell’importanza di problemi, come anche della possibilità di risolverli. Curarli per renderli produttivi nell’arco della loro esistenza e riscattarsi dal disagio e dalla povertà.
Molti i passi avanti che sono stati fatti per concretizzare gli otto obiettivi del Millenio fissati dall’ONU che richiedono anche di ridurre la mortalità infantile di 2/3 e di combattere l’HIV-AIDS, la malaria ed altre malattie entro il 31 Dicembre 2015. Amka Onlus partecipa attivamente alla realizzazione di questi.
in cifre:
oltre il 50% dei bambini in Congo aspetta di essere vaccinato
e 1.2 milioni aspetta di essere curato
391.000 casi di decesso infantile per malattie curabili
1/10 bambini muore a 1 mese di vita
1/7 bambini muore sotto i 5 anni d’età
48 anni è l’aspettativa di vita media
Sara Barbani
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