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Emanuela è partita

Da quasi una settimana è tornata sul campo la nostra operatrice Emanuela.
Insieme allo staff locale di AMKA Katanga, inizierà il censimento nutrizionale della zona di intervento, imposterà gli interventi 2015 nell’ambito della lotta alla trasmissione dell’HIV/AIDS e lo studio di fattibilità per la creazione di cooperative di sarte.
In questi primi giorni di lavoro ha incontrato Katy, beneficiaria del progetto di lotta alla trasmissione verticale del virus HIV/AIDS che le ha raccontato la sua storia:
“Ho 25 anni, sono sieropositiva e lo scorso 7 gennaio ho partorito un bebè al 7° mese di gravidanza.
Ho scoperto il mio status pochi mesi fa, durante un controllo pre-natale.
Rispetto alla mia prima gravidanza, mi sentivo molto più debole e senza forze. Il medico si è accorto subito che qualcosa non andava, il mio bimbo cresceva meno del previsto e così mi ha prescritto vari esami, fra cui il test dell’HIV.
Mentre facevo gli esami Faty, l’assistente sociale di AMKA mi ha chiesto se sapessi cosa fosse e come si trasmettesse l’AIDS. “Ne ho sentito parlare alla radio, si prende bevendo dalla stessa fonte, con un bacio o a causa della sorcellerie (stregoneria)” risposi senza farci troppo caso.
Poco dopo, Faty mi chiamò nella stanza e sedendosi accanto a me mi spiegò che il mio test era risultato positivo. Mi sentii male, in un istante pensai “Morirò domani. E’ colpa mia, non potrò più farmi vedere nel quartiere.”
Purtroppo quando arrivarono le contrazioni il mese scorso non ci eravamo ancora preparati alla nascita e io e mio marito non avevamo abbastanza soldi per permetterci il parto alla Clinica Universitaria, così mi recai al Centro di Salute del mio quartiere, ma avevo tanta paura.
Pascal pesava 1900kg, e l’hanno messo in una culla termica per proteggerlo. Faty è venuta subito a trovarci, ha parlato con i medici del centro di salute ed ora si prende cura di noi: ogni mercoledì vado da lei per far controllare la crescita di Pascal e per ritirare il latte in polvere per la settimana. Sto molto attenta a far bollire bene l’acqua prima di preparare il biberon, che mio marito e la mia famiglia hanno accettato perché il bambino è molto piccolo.”
In questi giorni insieme a Faty, Emanuela inizierà ad impostare il progetto di Microcredito finaziato dai Valdesi per offrire a Katy e alle altre donne sieropositive la possibilità di iniziare una nuova attività professionale!

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